lunedì 31 marzo 2008

Incontro del 12 Aprile in vista delle elezioni: lettera di Don Roberto.

Cari amici,


ci incontreremo il 12 aprile alle ore 15,00 nella sala convegni di “Altra Economia” (L.go Frisullo – ex Mattatoio – Testaccio). Non si tratterà di lanciare appelli né di prendere decisioni che valgano per tutti, ma semplicemente di scambiarci le valutazioni che ciascuno di noi va facendo sul momento politico che stiamo vivendo. Vogliamo arricchirci della nostra diversità che ha un unici punto che ci unisce: il documento “Per continuare a non tacere”, pubblicato un anno fa.
I contatti e i numerosi incontri che in questi mesi abbiamo avuto, accompagnando la proiezione del film-documentario “Non tacere”, mi hanno convinto della necessità di continuare a lavorare su quel documento in cui tanti, provenienti da esperienze politiche e culturali diverse, si riconoscano. Non possiamo far cadere nel vuoto tanto consenso e tante attese suscitate.
Prendere atto che la sponda istituzionale (tranne la Presidenza del Consiglio Provinciale di Roma) si è sottratta ai nostri interrogativi, e così pure il “giro” noioso e asfittico dei cosiddetti intellettuali usi a parlar tra loro al soldo dei potenti, per noi non significa desistere, ma un motivo in più per allargare il consenso di base e farne il nostro punto di forza.
La situazione politica si evolve e si involve e in questo movimento noi dobbiamo cercar ogni pur piccola possibilità per inserirvi il nostro punto di vista. Si, è vero che l’80% degli italiani andrà a votare, ma è come dire che l’86% degli italiani si fa battezzare. Il sistema partiti in questi anni ha accumulato il massimo di potere, ma deve anche registrare il minimo di rappresentatività.
E noi, per quello che possiamo, dobbiamo ridar vita alla Politica nello spirito di “Per continuare a non tacere”. Il fatto elettorale è un episodio, da non assolutizzare, della nostra vita politica, noi dobbiamo lavorare per un orizzonte più vasto.
Propongo due punti di osservazione su cui il gruppo dovrebbe organizzarsi e impegnarsi:

1. L’agire politico si qualifica ideologicamente e praticamente per l’attenzione innovativa alle fasce della sofferenza sociale (lavoro dipendente e precario, migranti, periferie, deprivazione culturale). La sofferenza sociale è stata ed è il punto in cui il movimento socialista e il movimento del cattolicesimo popolare e democratico hanno costruito la loro esperienza più forte e creativa.


2. La questione morale ed etica della Politica non è una questione accidentale, ma strutturale e costitutiva della Politica stessa. Una Politica priva di etica diventa affare ed è quello che abbiamo sotto gli occhi. Non ne usciremo solo riducendone i costi che ne costituiscono, comunque, uno degli aspetti più visibili. L’imperativo etico è come l’anima umana: nessuno può dire sta qui e non là, ma è forma-perfezione del corpo sociale.
La riflessione deve diventare bruciante perché serve per rimotivare la Politica.

Arrivederci.


Don Roberto

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